
"Le Piazze Condivi e matteotti gremite nell'attesa dell'inizio dello spettacolo
Ad attendere la sua uscita fuori dalla rimessa, situata sotto all’ex seminario cittadino, ci sono principalmente i giovani del luogo che animati dalla passione e dall’amore nei confronti di questa festa, cantano cori per “propiziare” l’avvento del Cavallo. Esso una volta venuto fuori percorre, sempre seguito dallo stuolo di giovani, i quali formano una lunghissima coda, la circonvallazione panoramica fino ad arrivare nel piazzale Cellini. Qui incontra il Corpo Bandistico Città di Ripatransone, che esegue ancora una volta la Marcia 23, divenuta ormai “inno ufficiale” sia della manifestazione, sia della città.
Così la Banda e il Cavallo di Fuoco, seguiti dalla folla festante di ragazzi, i quali continuano per tutto il tragitto a cantare cori, giungono attraverso il corso Vittorio Emanuele, in piazza Matteotti-Condivi dove ad attenderlo ci sono migliaia di persone.
Il Cavallo compie dunque un “giro di ricognizione” per controllare la transitabilità e la percorribilità tra la gente. Una volta finito il giro, viene soppressa l’illuminazione pubblica, e questo momento è accompagnato generalmente da un boato tumultuoso del pubblico; si procede dunque all’accensione della miccia che aziona il meccanismo pirotecnico.
Si possono dividere i fuochi artificiali che scaturiscono dal Cavallo in due categorie: quelli sparati tra la gente, e quelli sparati in aria. I primi sono indubbiamente quelli che divertono di più e che comunque creano più scompiglio, dando vita ad un lieve panico tra gli spettatori e quindi ad uno sparpagliamento della gente accalcata. I secondi sono invece quelli più affascinanti ed emotivamente coinvolgenti perché creano giochi di luce allettanti e meravigliosi. I fuochi più comuni possiedono anche nomi popolari: è il caso dei “baffi”, che sparano il fuoco a sinistra e a destra dell’animale, o della “girella” (o “girandola”) che caratterizza l’ultimo momento della manifestazione, il più emotivo.